Servizi per le aziende

Barter Pubblicitario: l'arte oscura


C'è chi la chiama "arte oscura" ed alcuni vi si riferiscono come ad un "lavoro sporco". E chi ancora vuole evitare di usarne il nome e genericamente lo definisce  "trading aziendale".
Ma la verità è che il baratto pubblicitario, o barter pubblicitario, è uno degli strumenti in più rapida crescita nell'advertising con volumi che negli USA, nel 2012, hanno registrato addirittura un +49%. E' un concetto secolare attraverso il quale le aziende scambiano tra di loro prodotti e servizi e, nel caso del barter pubblicitario, scambiano prodotti e servizi in cambio di spazi pubblicitari.

Rispetto alle iniziali ritrosie che evidenziavano un numero non indifferente di svantaggi legati al cambio merce pubblicitario (ad esempio la qualità degli spazi pubblicitari disponibili in bartering e parallelamente scarsa qualità delle merci offerte in cambio, così come dubbi sulle reti vendite), si può tranquillamente affermare che oggi queste lacune sono state sorpassate. La crisi economica del 2008, la conseguente mancanza di liquidità anche in capo ai privati, e l'inevitabile conseguente drastico calo dei consumi, hanno fatto si che le aziende rivalutassero strumenti alternativi di pagamento per espandere il proprio business portando il cambio merce pubblicitario a livelli qualitativi inconsueti e, secondo i veterani del settore, arrivando a movimentare merci e servizi, sempre negli USA, per una cifra vicina agli 8 miliardi di dollari l'anno.

Spesso le aziende temono il ricorso a questo strumento perchè non vogliono che i prodotti attuali vengano immessi sul mercato a prezzi troppo bassi e/o che vengano venduti in canali non ufficiali di vendita. Le concessionarie di pubblicità specializzate in bartering sono comunque propense a valutare ogni tipo di soluzione e solitamente un accordo proficuo, tanto per loro quanto per il cliente, viene sempre fuori. Ad esempio Sony Electronics si è ben servita del barter pubblicitario (attraverso Orion) smaltendo prodotti non più attuali che non andavano bene per i tradizionali canali di vendita (e che Orion è riuscita a ricollocare  laddove esistevano esigenze specifiche senza compromettere il rapporto tra Sony Electronics e la sua rete vendite).

Anche in Europa, ed in Italia, la formula del baratto sta crescendo rapidamente e si sta conseguentemente evolvendo, vivendo un momento particolarmente felice ed interessante soprattutto per le piccole aziende: non più residui di magazzino ceduti in cambio di pubblicità dallo scarso valore, ma agenzie strutturate e specializzate nel bartering, con media di riferimento nel loro portafoglio, spazi premium e stores in cui, a clientela selezionata e tesserata, vengono ricollocati i prodotti ritirati dalle aziende clienti. Le piccole raggiungono poi un doppio scopo: acquisire spazi pubblicitari per finalità di marketing ed al tempo stesso farsi conoscere direttamente dal pubblico attraverso gli stores: sono sempre più i fidelizzati degli stores che richiedono la disponibilità di prodotti specifici, specie in ambito alimentare.

Sempre più frequente infatti trovare nei shopping club da cambio merce, pasta, olio, vini e formaggi; prodotti di grande qualità di aziende medio piccole che diversamente dovrebbero sopravvivere con il solo mercato locale.