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L’occupazione in Italia


Resta fortissimo il divario tra il nord e il sud d’Italia quando si parla di lavoro e occupazione. A dirlo è la Fondazione dei Consulenti del lavoro che consegna la maglia d’oro d’Italia alla città di Bolzano. Bolzano infatti si piazza al primo posto nel Paese con oltre il settanta per cento di occupati, merito anche delle agevolazioni e degli interventi rivolti a favorire l’occupazione, come la borsa lavoro a Bolzano.  

D’altro canto, a Vibo Valentia viene consegnata la maglia nera italiana con il maggior numero di disoccupati, pari a oltre il trentacinque per cento. Ancora una volta il nostro Paese corre a velocità molto differenti, tra nord e sud. I numeri della Fondazione arrivano dalle analisi dell’Istat relative al 2015 e disegnano un mezzogiorno ancora fortemente arretrato che penalizza tutto il Paese rispetto alle altre Nazioni dell’Unione Europea che riescono, invece, a viaggiare alla stessa velocità di crociera.

Nello studio si è focalizzata l’attenzione sul numero di occupati, ma anche e in modo particolare sulle problematiche occupazionali dei giovani, con un occhio di riguardo ai Neet, cioè a chi, tra i più giovani, non studia e non lavora. La cinquina d’Italia è saldamente occupata dal Nord.

Altro gap molto importante resta quello tra uomini e donne, l’occupazione femminile infatti risente di una penalizzazione di oltre il diciotto per cento rispetto a quella maschile. Anche in questo caso, comunque, viene rispettato l’andamento nazionale generale, con un’occupazione maggiore al nord e minore al sud.

Dopo le donne, ci sono gli immigrati. Qui qualcosa di strano c’è a guardare i numeri. Infatti, nel mezzogiorno l’occupazione straniera tende spesso a superare quella italiana, probabilmente perché gli stranieri accettano lavori e condizioni di lavoro discriminanti poco tollerate dagli italiani.

Dando un’occhiata più approfondita ai comuni e quindi alle singole città, piuttosto che alle province, Bologna si conferma al vertice dell’occupazione italiana, al contrario di Napoli.

L’indagine della Fondazione evidenzia, dunque, i problemi ben noti al Paese e al governo: occupazione ancora modesta e in lievissima ripresa, disoccupazione giovanile ai massimi storici e grande divari. L’Italia è il Paese degli opposti: Nord e Sud ancora oggi tendono a seguire strade opposte per occupazione, trattamento uomo-donna e rapporto con gli stranieri. Per la prima dal secondo dopoguerra, i giovani vivono peggio dei loro nonni. E, nord a parte considerando soprattutto le grandi città, la situazione non sembra volgere ancora in positivo a meno di interventi considerevoli da parte del governo per favorire l’occupazione e contrastare, senza mezzi termini, la disoccupazione giovanile e femminile.