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I comuni d’Italia della cosiddetta zona rossa


Per comuni d’Italia della cosiddetta zona rossa si intendono i comuni vesuviani, ovvero quei comuni ubicati sulla costa del vulcano ed ai piedi del Vesuvio e del Monte Somma. Il termine comuni vesuviani è una vecchia denominazione acquisita, che comunque non è mai stata ammessa da nessuna entità giuridica o statale, che comprende quella zona di comuni d’Italia dell’area metropolitana di Napoli ubicati alle falde o, come nel caso di Pompei, nella prossimità più immediata del vulcano. I criteri territoriali quasi certamente più valevoli per indicare con precisione i comuni d’Italia vesuviani, sono dovuti al piano di emergenza organizzato dalla protezione civile in caso di risveglio del Vesuvio.

 

L’area della Zona Rossa, ovvero quella dei comuni d’Italia con il più elevato pericolo di venire colpiti dall’eruzione del vulcano, comprende ben 18 comuni d’Italia per un totale di circa 200 chilometri quadrati e poco meno di 600000 abitanti che riportiamo si seguito: Torre del Greco, Portici, Ercolano, San Giorgio a Cremano, Torre Annunziata, Somma Vesuviana, Sant’Anastasia, San Giuseppe Vesuviano, Boscoreale, Pompei, Ottaviano, Cercola, Terzigno, Pollena Trocchia, Boscotrecase, San Sebastiano al Vesuvio, Trecase e Massa di Somma. I comuni d’Italia a rischio eruzione sono poi tanti altri, ma siccome sono un po’ più distanti, rientrano nella cosiddetta zona gialla. La zona rossa è virtualmente assoggettata alla colata dei getti piroclastici, ovvero a mix composti di gas e pietre ad un altissimo grado di calore che, scendendo lungo le pendenze del vulcano ad elevata rapidità, sono in grado di annientare in pochissimo tempo tutto quello trovano sul loro percorso.

 

Quasi certamente i getti piroclastici non si espanderanno tutt’intorno al vulcano, ma si indirizzeranno in una o più direttrici; non è comunque ipotizzabile sapere prima dell’eruzione quali saranno le aree realmente colpite dai getti. Appunto per questo motivo la protezione civile ha stabilito che la zona rossa venga interamente sgombrata prima che cominci l’eruzione vera e propria. Purtroppo il Vesuvio, a causa di una sconsiderata politica di urbanizzazione, che negli ultimi decenni ai piedi del vulcano ha visto concentrarsi un altissimo numero di abitanti, oggi è considerato uno dei vulcani più pericolosi del pianeta. La protezione civile ha poi deciso che, in caso di violenta eruzione del Vesuvio, ben 16 regioni italiane dovranno essere in grado di ospitare gli abitanti dei comuni d’Italia ubicati nella zona rossa e cioè: Puglia, Basilicata, Friuli Venezia Giulia, Toscana, Umbria, Piemonte, Valle D’Aosta, Umbria, Emilia Romagna, Liguria, Lazio, Lombardia, Molise, Marche, Abruzzo, Veneto, Calabria e Sicilia.