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Business dell’oro: Infiltrazioni criminali?


Il mercato dell’oro è in continua crescita, non solo i privati ma anche gli stessi stati corrono ai ripari per fare in modo tale di aumentare le loro riserve auree naturali, questo perché l’oro sembra essere una baluardo fisso a qualsiasi tipo di crisi. Gli stessi cittadini nella loro quotidiana lotta alla difficoltà del fine mese hanno scoperto questo fiorente mercato, fatto di negozi che ogni giorno nascono con il solo intento di poter rastrellare tutto l’oro possibile in circolazione. L’Italiano medio stretto dalle necessità di fine mese cerca dei canali che gli procurino del contante, il dato veramente allarmante è quello legato a questa esigenza, una volta si ricorreva a questo espediente per pagarsi diciamo il capriccio. Ora si fa una sorta di incetta nel proprio spazio di casa, si cerca tutto l’oro che la nonna, la mamma e le varie feste, compleanni e altro nel corso del tempo ci hanno consentito di accumulare un discreto capitale in oro, ora decidiamo di venderlo. Questa scelta viene determinata da una esigenza, da una urgenza materiale che non è più quella della vacanza extra o del capriccio extra, semplicemente dobbiamo magari pagare delle bollette aggiuntive che non riusciamo con le nostre modeste entrate. Il mercato dell’oro è ricco e fiorente e ovviamente fa gola a molti, un business del genere purtroppo entra nelle mire anche della criminalità organizzata, decisa a trovare nuove forme di introiti e di capitali, questo crea una situazione pericolosa. Queste attività una volta entrate nel mirino della criminalità organizzata, diventano a tutti gli effetti strumenti attraverso i quali la criminalità ricicla il denaro proveniente da attività illecite e lo trasforma in fonti di guadagno legali. La polizia amministrativa della divisione Pas, facendo una serie di controlli legate a delle attività legate al mercato dell’oro, ha avuto modo di verificare che queste erano in mano alla criminalità organizzata, nella zona del milanese le radici di questa infiltrazione criminale sono profonde. Il paese è in crisi profonda, dominano pessimismo e incertezza nei riguardi del futuro, le entrare sembrano non bastare per gestire tutte le spese fisse che una famiglia media deve imparare a gestire, sintomo di un malessere e di una difficoltà crescente. Il paese arranca in difficoltà e all’orizzonte al momento ci sono nubi, sembra proprio che la parola ripresa non sia tra quelle pronunciabili in questo momento, la stessa Lombardia da sempre regione per eccellenza del lavoro e delle opportunità non sembra più riuscire a reagire. Le opportunità di lavoro calano drasticamente e le persone ogni giorno di più faticano a reperire un posto di lavoro, una spia pericolosa di una economia in profonda recessione che non sembra più riuscire a riassorbire la disoccupazione. In questo quadro a tinte fosche c’è u mercato nato sulla scia di una crisi che alimenta il proprio business sulla esigenza delle persone, la possibilità di avere del contante tramite la vendita di oro è il nuovo mercato della compravendita. Il nuovo boom è quello dei negozi che operano in questo segmento e che ritirano oro vecchio in forma di gioielli, le persone portano il proprio oro e ottengono contanti per riuscire a pagare quelle spese che le attuali entrate non sembrano più garantire. Le mani della criminalità organizzata si sono allungate anche su questo mercato, un modo come un altro per riciclare denaro sporco e rendere lecito quello che proviene da attività criminali. Milano sembra essere al centro di questo nuovo mercato. Dovendo descrivere la fisionomia del criminale moderno, dobbiamo pensare a una evoluzione in tutti sensi legata alla attuale modernità, dobbiamo parlare di una persona colta, brillante e capace di tessere relazioni sociali importanti. La criminalità mette in atto strategie atte a costruire una immagine di uomo rispettabile, per fare in modo tale che le persone possano fidarsi e costruire dei rapporti. Il re dei compro oro che nella zona compresa tra Settimo Milanese e San Pietro all'Olmo di Cornaredo ne possedeva in tutto quattro, il faccendiere dell’ndrangheta tramite prestanome era riuscito ad acquisire le licenze. Un aspetto molto pericoloso di questo nuovo mercato.