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Implantologia dentale: come funziona


Quando una persona arriva ad avere una certa età, per una questione puramente naturale i denti iniziano a cadere. Questo dipende da una minor tenuta dei legamenti che li ancorano alla gengiva, dal fatto che possano essere fragili, magari da problematiche pregresse come il fumo o il consumo di bevande corrosive nel corso del tempo.

Quando, a fratturarsi o addirittura a cadere, sono i denti composti, ovvero quelli che si trovano nella parte posteriore della bocca (premolari e molari) c'è un problema pratico non da poco che è quello dell'impossibilità di masticare, quindi di preparare il cibo per una corretta digestione che avverrà nell'apparato digerente.

In questi casi, chiaramente, ci si rivolge ad un dentista per un intervento che viene chiamato implantologia dentale: ma in cosa consiste precisamente questa tecnica?

Implantologia dentale: che cos'è

Per implantologia dentale si intendono una serie di tecniche chirurgiche che hanno lo scopo di restituire denti artificiali a chi ne ha perso uno o più di uno.

Gli interventi implantologici sono a tutti gli effetti degli interventi chirurgici, e sebbene non siano paragonabili per complessità ad interventi che vengono svolti per altri organi necessitano comunque di un'anestesia per poter essere effettuati.

Quello che, in pratica, si va a fare è mettere un dente artificiale appositamente creato per la nostra bocca nel posto lasciato vuoto dal dente presente in precedenza.

Il dentista deve ricostruire le due parti del dente, in modo quanto più naturale possibile: per questo sostituisce la radice del dente con un chiodo, che verrà inserito nell'osso (mascellare o mandibolare) e la parte visibile, la corona, con una protesi generalmente costruita in ceramica.

L'intervento consta quindi di due fasi: la prima è l'impianto del chiodo all'interno dell'osso, mentre la seconda è l'impianto del dente all'interno del chiodo, che è cavo e può accogliere così la parte inferiore della protesi.

Implantologia dentale: come funziona

L'intervento di implantologia è un intervento programmato, che viene effettuato in anestesia locale e che consiste nelle due fasi che abbiamo appena descritto.

Tuttavia ci sono due possibilità di eseguirlo, una delle quali sta prendendo piede in questi ultimi anni che è quella dell'impianto a carico immediato. Questa tecnica consiste nel perforare l'osso per poter inserire il chiodo e poi riempire la frattura (fatta dal dentista) di un materiale che sostituirà l'osso, aderendo al chiodo e facendo in modo che questo non possa spostarsi in futuro.

In passato, gli impianti erano eseguiti in due passi, questo primo passo (ma senza il materiale), quindi un attesa che andava dai due ai sei mesi perché l'osso aderisse al chiodo, quindi la seconda parte; con gli impianti a carico immediato le due fasi avvengono durante lo stesso intervento.

Fissato infatti il chiodo, il dente viene inserito all'interno del chiodo stesso, e lì verrà lasciato: se non c'erano problemi all'osso nel quale è stato infisso, infatti, un dente impiantato in questo modo può rimanere in bocca tranquillamente per tutta la vita.

La tecnica in due step, quindi, rimane ad oggi utilizzata solamente quando un paziente ha problemi ossei, e l'osso mascellare o mandibolare potrebbe cedere per cui bisogna vedere se, effettivamente, riesce a sorreggere il chiodo o se ne deve essere messo uno di misura (diametro) diversa per quella particolare situazione.

In caso contrario, nel giro di qualche ora di intervento il paziente ha nuovamente a disposizione un nuovo dente pronto da utilizzare: con gli impianti a carico immediato, l'intervento di implantologia diventa così relativamente semplice da effettuare, per il medico, e anche meno oneroso (sia in termini economici, che in termini di attese accompagnate da infiammazione e dolore) per il paziente.