Materiali e forniture per l'edilizia

Cosa bisogna fare per aprire un negozio?


Chi è interessato ad aprire un negozio non può fare a meno di prendere in considerazione le numerose incombenze burocratiche con cui avrà a che fare per avviare la propria attività. Il primo consiglio da tenere a mente è quello di rivolgersi sempre alla Camera di Commercio di riferimento, anche per beneficiare del sostegno di professionisti qualificati pronti a offrire il proprio supporto anche agli imprenditori meno esperti. Da quando è entrato in vigore il cosiddetto Decreto Bersani, il commercio è stato liberalizzato, e ciò ha comportato una semplificazione della normativa: nel momento in cui si liberalizza un mercato, infatti, vengono messe a disposizione le condizioni che favoriscono la concorrenza tra gli operatori. La rottura di possibili monopoli è conseguenza della riduzione di barriere all'ingresso.

La comunicazione di inizio attività

Per aprire un negozio è bene contattare un commercialista, per poi costituire una società di fronte a un notaio. A questo punto si può inoltrare la comunicazione di inizio attività al Comune di riferimento, attraverso il modello COM 1 o il modello COM 2. Non bisogna dimenticare di aprire una posizione fiscale ad hoc - e cioè la partita Iva - e le posizioni assicurative e previdenziali relative, tramite l'Inail e l'Inps. La Dia, dichiarazione di inizio attività, deve essere trasmessa al Comune almeno un mese prima dell'apertura del negozio.

Il Registro Esercenti di Commercio

Oggi poter aprire uno o più negozi chiavi in mano è più semplice rispetto a quel che accadeva in passato, ma ciò non toglie che vi siano comunque dei vincoli che devono essere rispettati. Occorre, per esempio, iscriversi al Rec, cioè il Registro Esercenti di Commercio, se si vuol aprire un albergo, un ristorante o un bar. Nel caso in cui il punto vendita preveda il trattamento di prodotti alimentari, è obbligatorio prendere parte a un corso basato sulle norme igieniche e sulle modalità di conservazione dei cibi, al termine del quale deve essere affrontato un esame. Gli unici soggetti che sono esenti da tale obbligo sono quelli che hanno lavorato in una rivendita di alimenti per almeno tre anni nel corso dell'ultimo lustro. Per aprire un'attività nell'ambito tabacchi, è indispensabile richiedere una licenza ad hoc, dal momento che le vendite riguarderanno articoli che sono soggetti al monopolio statale.

Gli altri adempimenti burocratici

Nell'eventualità in cui il negozio fosse caratterizzato da spazi non superiori ai 250 metri quadri in un Comune con meno di 10mila abitanti, è richiesta la compilazione della Scia: la comunicazione di inizio attività deve essere inoltrata al sindaco e deve contenere una dichiarazione in cui si afferma di essere intenzionati a rispettare la normativa che disciplina il settore. Lo stesso obbligo è in vigore anche per i negozi di meno di 150 metri quadri nei Comuni con più di 10mila abitanti. In tale contesto, vale la regola del silenzio assenso, il che vuol dire che in mancanza di una risposta da parte del Comune nei 90 giorni successivi alla comunicazione il negozio può essere aperto.

L'obbligo di una distanza minima tra negozi e attività dello stesso settore non è più in vigore: ciò vuol dire che ci possono essere due cartolerie una accanto all'altra, ma anche due ristoranti, due negozi di abbigliamento, e così via. A seconda della grandezza della superficie, inoltre, si distingue tra esercizi di vicinato, medie strutture di vendita e grandi strutture di vendita: i primi non superano i 250 metri quadri, le seconde si estendono su una superficie superiore ai 250 metri quadri ma inferiore ai 2.500 e le terze oltrepassano i 2.500 metri quadri.