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Maxi decreto, riforma delle banche di credito cooperativo e recupero crediti


Il Consiglio dei Ministri ha varato la riforma delle banche di credito cooperativo e ha deliberato sulla velocizzazione del recupero crediti. La parte delle quattro banche fallite a novembre per ora non è contemplata.

Lo stralcio delle quattro banche

Dal maxi decreto legge sulle banche sono esclusi, momentaneamente, i quattro istituti di credito romani falliti lo scorso novembre. La loro gestione sarà affidata al Ministero dell’Economia, che deciderà un decreto, che dovrà poi essere approvato dal Consiglio di Stato. Lo scopo è accelerare le operazioni. Il Presidente del Consiglio motiva questa mossa sostenendo che il rimborso delle persone truffate dagli istituti può non essere gestito con un decreto legge, ma sarà sufficiente attendere, poco, il Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri e quello ministeriale, lasciando così inalterate le attuali leggi in vigore.

Le banche di credito cooperativo

La riforma delle banche di credito cooperativo riprende sostanzialmente i punti dell’auto-riforma che le banche stesse avevano in mente di attuare: ci sarà una holding a capo del gruppo, con un patrimonio di non meno di un miliardo di euro, come “salvagente”, e l’idea è di creare un insieme unito e forte, pur mantenendo il modello delle banche di credito cooperativo. Queste, d’altro canto, potranno decidere di non partecipare della holding e restare cooperative o società per azioni, se hanno almeno 200 milioni e ne versano il 20% allo Stato per garantire le riserve; secondo il Ministro dell’Economia queste banche sono circa dieci, ma non è ancora detto che tutte decidano di non aderire. In più, l’approvazione della misura avverrà in un anno e mezzo, quindi le banche con patrimonio inferiore al richiesto hanno tempo per valutare se aumentarlo per poi non aderire, o se, invece, farne parte.

L’accordo con Bruxelles

Nel maxi decreto c’è anche l’accordo con Bruxelles sulla garanzia dello Stato per far fronte alle difficoltà delle banche cartolarizzate, che è stato approvato dalla Commissione Europea, secondo cui, per altro, non è un aiuto di Stato, poiché la garanzia sarà ripagata secondo le condizioni di mercato.

Il diritto fallimentare e il recupero crediti

Il Consiglio dei Ministri ha approvato anche un disegno di legge mandato di riforma del diritto fallimentare, per fare in modo che le banche possano velocizzare il processo di recupero crediti; l’imposta di registro sulle vendite all’asta è sospesa per tutto l’anno.   Più che il sistema italiano, a preoccupare il Presidente del Consiglio sembra essere la salute di quelli esteri, poiché le loro difficoltà potrebbero ripercuotersi sull’Italia.