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Poter disporre di un impianto di videosorveglianza non è di per sé sufficiente per garantire la sicurezza del luogo in cui si vive se tale impianto non è stato installato in modo appropriato. Occorre cautela, infatti, per predisporre le telecamere, e per non sbagliare è sempre opportuno fare riferimento a professionisti del settore, anche per non mettere a repentaglio la privacy altrui. A tal proposito, chi entra all'interno di un'area in cui è presente un impianto di videosorveglianza ha il diritto di essere informato che potrà essere ripreso: per questo motivo c'è bisogno di cartelli ad hoc.
Non è obbligatorio che i cartelli si trovino in prossimità delle telecamere, ma quello che conta è che il loro formato consenta loro di poter essere individuati e riconosciuti. Può essere riportato un simbolo che riproduca una telecamera, ma ciò che conta è che siano specificati i fini per i quali le riprese vengono effettuate, da chi viene eseguita la registrazione e l'indicazione del d. lgs. n. 196 del 2003, corrispondente al Codice in materia di protezione dei dati personali, con riferimento in particolare all'articolo 13. Nel caso in cui sia prevista l'archiviazione delle immagini che vengono riprese, occorre farlo sapere e informare a proposito dei soggetti che consentono l'accesso ai video, nel rispetto del principio del diritto di accesso e della buona fede.
Le telecamere videosorveglianza, per altro, sono raccomandate non solo per le abitazioni private, ma anche per gli edifici commerciali, come per esempio i capannoni, le fabbriche o i negozi. Le perdite dovute a rapine e furti per le attività commerciali solo lo scorso anno hanno raggiunto la stratosferica cifra di 3 miliardi e 100 milioni di euro. La tecnologia diventa, allora, un prezioso alleato della sicurezza, domestica e non solo. Una soluzione intelligente e pratica è quella che viene garantita dai sistemi basati su app che monitorano le registrazioni video e lo stato dell'allarme. Una delle preoccupazioni più importanti per i ladri è quella che le forze dell'ordine riescano a risalire alla loro identità, e i criminali più esperti hanno addirittura la capacità di eliminare i file che li riguardano. Per rimediare a questo inconveniente, ci si può affidare al cloud.
I sistemi di nuova generazione si basano su telecamere di videosorveglianza che sono connesse 24 ore su 24, essendo collegate con una centrale operativa che può richiedere l'invio di una guardia giurata o allertare le forze dell'ordine. Le immagini che vengono registrate, poi, sono uploadate su un archivio virtuale all'interno del cloud. Si tratta di un archivio a cui i malintenzionati ovviamente non possono accedere, ma che è sempre disponibile per gli utenti autorizzati.
Le tecnologie più all'avanguardia riescono a caricare sulla nuvola fino a 72 ore di riprese. Su richiesta, è possibile anche trasmettere lo streaming in tempo reale delle immagini che riprendono gli ambienti. Nel momento in cui un allarme viene fatto scattare, gli addetti della centrale operativa sono in grado di verificare quello che sta accadendo. In caso di emergenza, viene richiesto l'immediato invio di soccorsi.
Lo scorso anno sono state più di 230mila le incursioni che sono state registrate all'interno di proprietà private, e tali numeri riguardano unicamente gli eventi che sono stati denunciati alle forze dell'ordine: ciò vuol dire che in realtà gli episodi sono stati molti di più. A essere colpite sono soprattutto le regioni del Centro Nord, ma questo non significa che chi abita al Sud possa dormire sonni tranquilli, purtroppo. Insomma, in un'Italia in cui le abitazioni - e in generale gli immobili - si rivelano sempre più vulnerabili ed esposte ai tentativi di effrazione da parte dei criminali, è davvero difficile rinunciare ai vantaggi offerti da un sistema di videosorveglianza.
E’ consigliato inoltre associare la videosorveglianza ad un sistema antifurto per migliorare il livello di sicurezza.
