Servizi per le aziende

Usavano i dati delle visure camerali per rubare tablet e smartphone


Un'organizzazione criminale sarebbe riuscita, in poco tempo, a ottenere gratis dai gestori telefonici gioielli tecnologici di ultima generazione, da rivendere poi all'estero creando documenti falsi.

Il sistema, con a capo un 50enne di Giulianova (in Abruzzo), era semplice e collaudato: la banda visionava le visure camerali e le carte di identità delle vittime, mettendo i loro dati nelle fatture. In questo modo, la compagnia telefonica era sicura di dare la merce all'azienda.

Le società, però, o erano presenti solo su visure camerali inventate, oppure erano di qualcun altro: diverse le vittime costrette a pagare i conti della banda, fino a denunciare tutto agli organi competenti.

Nel frattempo, i ladri avevano tutto il tempo di andare all'estero e di rivendere quanto rubato, sicuri che le diffidenze dei clienti esteri sarebbero state superate da prezzi stracciati e marchio di fabbrica non contraffatto.

Quattordici persone sono state indagate, mentre sette persone sono finite agli arresti domiciliari. Come riuscivano queste persone a ottenere così facilmente le visure camerali e a contraffarle in brevissimo tempo?

Il “merito” era di un complice, che lavorava stabilmente presso la Camera di Commercio: era lui a fornire i dati delle aziende da coinvolgere, oppure a falsificare direttamente dal database principale le visure camerali.

Per fugare ulteriori dubbi, c'era un “impiegato” della banda specializzato nel rispondere alle telefonate degli operatori: con lo stesso numero di cellulare, questa persona si spacciava per quella che aveva firmato gli abbonamenti, convalidando così l'attivazione presso il gestore telefonico.

In questo modo,se la compagnia telefonica avesse fatto un controllo, avrebbe trovato tutto in regolae le operazioni di vendita non avrebbero destato alcun sospetto, dando tempo alla banda di “smistare” la merce in arrivo.

Una volta falsificate le visure camerali, bastava un conto corrente per aprire piani di abbonamento aziendali: i malviventi bypassavano la fornitura presentandosi nei negozi come semplici imprenditori che avevano bisogno delle promozioni in corso.

L'ultimo complice era il contatto estero, che rivendeva a suo nome tablet e smartphone nel mercato ucraino e non solo. Le aziende accertate vittime della truffa sono 180, ma i numeri potrebbero lievitare, visto il gran numero di visure camerali contraffatte.