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Come scrivere i testi di un nuovo sito in ottica SEO

Quando si inizia a costruire un nuovo sito web, la mente corre veloce verso scelte estetiche, layout, palette di colori, immagini d'impatto. Tutto giusto. Ma troppo spesso ci si dimentica che, nel silenzio dei codici e delle grafiche, c'è qualcosa che Google ascolta più di tutto il resto: i testi.

Scrivere i contenuti di un sito nuovo non è un esercizio banale, né qualcosa da affidare all'ultimo minuto, magari copiando qua e là per riempire i vuoti. È, al contrario, uno dei passaggi più strategici dell'intero progetto. Perché è lì che si gioca la tua riconoscibilità online. È nei testi che un'azienda racconta chi è, cosa fa e per chi lo fa, ma soprattutto: perché dovrebbe essere trovata proprio lei e non altri.

Nel tempo, la scrittura per il web si è trasformata. Non si tratta più solo di "ottimizzare" per le parole chiave. Oggi bisogna comunicare bene, in modo autentico, avendo chiari l'intento di ricerca dell'utente e gli obiettivi del progetto. Il tutto restando in equilibrio tra efficacia comunicativa e rigore SEO.

Dare struttura a un'identità: molto più che scegliere le parole giuste

Prima di scrivere, bisogna sapere cosa dire. Ed è qui che molti sbagliano: iniziano a redigere testi senza aver definito che tipo di sito stanno costruendo. Non dal punto di vista tecnico, ma strategico. A chi si rivolge? Quali sono le sue pagine fondamentali? Quale sarà la voce con cui parlerà al lettore?

Un sito efficace nasce sempre da una mappa dei contenuti ben ragionata. Ogni pagina deve avere una funzione chiara, un messaggio preciso. E solo dopo si può passare alla scrittura. In questo passaggio è fondamentale affiancare alla struttura editoriale anche una ricerca semantica accurata: non una sterile lista di keyword, ma un'esplorazione degli intenti di ricerca, delle domande che gli utenti pongono, del linguaggio che usano.

Gli strumenti per una ricerca semantica efficace

Per condurre questa esplorazione servono strumenti specifici, ciascuno con la sua funzione:

  • Google Keyword Planner - rivela i volumi di ricerca reali
  • Answer The Public - svela le domande che si pongono gli utenti
  • Semrush o Ahrefs - analizzano cosa funziona per la concorrenza
  • Google Trends - mostra l'evoluzione temporale delle ricerche
  • Sezioni "Le persone hanno chiesto anche" - rivelano le sfumature del linguaggio quotidiano
  • Suggerimenti di completamento automatico - mostrano come le persone cercano davvero

Il processo non è meccanico. Si inizia con una keyword principale, si espande verso i sinonimi e le varianti, si mappano gli intenti informativi, commerciali, transazionali. E poi si trasforma tutto questo in una struttura narrativa che abbia senso per chi legge.

Qui si incrociano due mondi: l'analisi SEO e l'identità narrativa. Senza l'una si rischia l'invisibilità. Senza l'altra, l'indifferenza.

L'errore di pensare che SEO significhi solo parole chiave

Quando si dice "scrivere testi SEO", l'immaginario comune è quello di un testo pieno zeppo di parole chiave ripetute, spesso in modo innaturale. Una sorta di amuleto per scalare Google. Ma quella logica è morta da tempo. Oggi l'algoritmo è diventato molto più raffinato: comprende contesto, sfumature, profondità semantica. E valuta attentamente se un contenuto è utile, ben scritto, aggiornato.

Scrivere per la SEO, oggi, significa farsi capire al volo da chi cerca. Significa far percepire valore già nei primi secondi di lettura. Un testo efficace anticipa domande, chiarisce dubbi, aiuta l'utente a orientarsi. E tutto questo non può avvenire se si pensa solo a "piazzare keyword".

Un esempio concreto di trasformazione

Prendiamo il caso di uno studio dentistico. Un approccio vecchio stile produrrebbe un testo come:

"Il nostro studio dentistico offre servizi dentistici di qualità. I nostri dentisti esperti utilizzano tecnologie dentistiche avanzate per trattamenti dentistici personalizzati."

La versione moderna, invece, potrebbe suonare così:

"Hai mai rimandato una visita dal dentista per paura del dolore? Nel nostro studio utilizziamo tecniche di sedazione cosciente che rendono ogni trattamento confortevole, dalla semplice pulizia all'implantologia più complessa."

La differenza è evidente: nel secondo caso si parte da un problema reale dell'utente, si fornisce una soluzione specifica, si usa un linguaggio naturale che mantiene comunque le parole chiave importanti in modo organico.

Ogni frase deve avere una ragione d'esistere. Ogni paragrafo deve accompagnare l'utente nel suo percorso mentale. In questo senso, la scrittura SEO è prima di tutto scrittura empatica, che sa tenere insieme algoritmo e persone.

Il ruolo del tono di voce: perché non basta dire "abbiamo esperienza"

Quanti siti iniziano con frasi come "siamo leader del settore" o "offriamo soluzioni personalizzate"? Troppe. E quasi sempre sono frasi che non significano nulla per chi legge. Quando si scrive un nuovo sito, ogni parola dovrebbe essere una scelta di posizionamento. Non in senso tecnico, ma in senso identitario.

Il tono di voce è ciò che distingue una presenza online piatta da una che si fa ricordare. Non si tratta solo di scrivere in modo formale o informale. Si tratta di scegliere un linguaggio coerente con il tipo di relazione che si vuole instaurare con chi legge. Ecco perché i testi di un sito non possono essere un esercizio di stile, ma devono essere scritti con la consapevolezza che ogni parola costruisce fiducia, autorevolezza, prossimità.

Adattare l'approccio al tipo di progetto

Ogni progetto ha le sue specificità:

  • E-commerce di abbigliamento giovanile - linguaggio diretto, visuale, che spinge all'azione immediata
  • Sito di consulenza aziendale - autorevolezza senza risultare distaccato
  • Piattaforma SaaS - equilibrio tra tecnicismo e chiarezza espositiva

Non esiste una formula universale, ma esiste sempre la necessità di essere coerenti con il proprio pubblico.

In questo passaggio, alcuni professionisti SEO consigliano di affiancare sempre un momento di analisi linguistica al briefing tecnico. Come afferma Gabriele Rispoli, SEO specialist con anni di esperienza nella consulenza per progetti editoriali e aziendali: “un sito ben ottimizzato non è quello che ha più keyword, ma quello che riesce a parlare al pubblico giusto nel modo più naturale possibile. Serve equilibrio tra strategia e verità. La SEO è un mezzo, non il fine."

Il punto è proprio questo: la scrittura non può essere separata dalla strategia. Né dalla realtà del progetto.

Come gestire l'ottimizzazione senza sacrificare la leggibilità

Ottimizzare non significa appesantire. Eppure capita spesso di leggere testi in cui si sente la "mano del SEO" in modo troppo invasivo: ripetizioni, frasi rigide, elenchi forzati. Il lettore si accorge subito quando sta leggendo un contenuto scritto più per Google che per lui.

L'ottimizzazione, invece, deve essere quasi invisibile, ma presente. Deve essere fatta nella struttura delle intestazioni, nell'uso intelligente dei sinonimi, nella coerenza semantica tra titolo, testo, meta description e slug. Il tutto restando fedeli al tono del progetto.

I dettagli tecnici che fanno la differenza

La struttura gerarchica dei titoli H1, H2, H3 non è solo una questione di ordine visivo: è la mappa che Google usa per capire di cosa parla la pagina:

  • H1 - deve contenere il messaggio principale
  • H2 - dividono gli argomenti secondari
  • H3 - approfondiscono i dettagli

Ma tutto deve filare logicamente, come i capitoli di un libro.

Le liste puntate non sono solo comode da leggere: spesso vengono premiate da Google nei featured snippet, quelle risposte in evidenza che appaiono prima dei risultati organici. Una FAQ ben strutturata può catturare ricerche vocali sempre più frequenti, mentre i dati strutturati Schema.org aiutano i motori di ricerca a interpretare meglio i contenuti.

Ci sono dettagli che fanno la differenza: il modo in cui si chiude una pagina, l'introduzione di un paragrafo, l'alternanza tra testi lunghi e brevi. Tutto contribuisce alla qualità complessiva. E la qualità, oggi, è uno dei segnali più forti per Google.

Le call-to-action come ponte naturale

Troppo spesso le call-to-action vengono appiccicate ai testi come un corpo estraneo. "Contattaci ora", "Scopri di più", "Richiedi un preventivo": frasi vuote che interrompano il flusso narrativo invece di completarlo.

Una CTA efficace nasce dal testo stesso, è la conseguenza logica di quello che si è appena letto. Se una pagina parla dei vantaggi di un servizio, la call-to-action dovrebbe offrire il modo più semplice per ottenerlo. Se il testo risolve un dubbio, l'invito dovrebbe essere verso un approfondimento o una consulenza personalizzata.

La posizione conta quanto il messaggio. Non solo a fine pagina, ma nei momenti di maggiore coinvolgimento del lettore. Dopo aver presentato un caso di successo, dopo aver risposto a una domanda complessa, dopo aver dimostrato competenza. È lì che si crea il momento giusto per invitare all'azione.

Il momento in cui fermarsi a rileggere: editing e rifinitura

Una delle fasi più sottovalutate è quella finale: la revisione. Scrivere bene è già difficile. Ma rileggere con sguardo strategico è ancora più importante. In questa fase si passa al setaccio ogni singola pagina per verificare che:

  • non ci siano ridondanze
  • il flusso narrativo sia chiaro
  • le parole chiave siano presenti dove servono, non ovunque
  • ci siano inviti all'azione sensati, contestualizzati
  • il messaggio sia in linea con l'identità del brand

I due sguardi della revisione

Molti professionisti consigliano di fare questa revisione in due tempi: una prima lettura con occhio editoriale, e una seconda con attenzione SEO. Oppure, come fanno alcuni, affidarsi a figure diverse per i due aspetti. La qualità nasce dal confronto, mai dalla fretta.

Nel primo passaggio si controlla che il testo funzioni per le persone: è chiaro? È coinvolgente? Risponde alle domande che si pone chi lo legge? Nel secondo si verifica l'aspetto tecnico: le keyword sono distribuite naturalmente? I titoli sono ottimizzati? I link interni creano una navigazione sensata?

Misurare l'efficacia: dai dati alle decisioni

Scrivere bene è solo l'inizio. Capire se i testi funzionano è altrettanto importante. Gli strumenti di analisi moderni permettono di andare oltre le semplici visualizzazioni di pagina:

  • Tempo di permanenza - rivela se i contenuti sono davvero coinvolgenti
  • Tasso di rimbalzo - indica se le aspettative dell'utente vengono soddisfatte
  • Conversioni - mostrano se i testi guidano verso gli obiettivi prefissati

Google Search Console diventa fondamentale per capire per quali query il sito appare e in che posizione. Se una pagina è ottimizzata per "consulenza marketing" ma riceve traffico per "agenzia comunicazione", forse è il caso di rivedere la strategia. I dati non mentono mai, e spesso rivelano opportunità che la sola teoria non aveva previsto.

L'analisi non è un’attività one-shot, ma un processo continuo. I contenuti che funzionano oggi, tenendo presente del già forte impatto dell’AI, potrebbero non funzionare domani. Le ricerche evolvono, le abitudini cambiano, i competitor si adattano. Per questo i testi di un sito devono essere considerati organismi viventi, da nutrire e aggiornare nel tempo.

Il testo come parte di un ecosistema

Una pagina ben scritta non esiste da sola. Vive all'interno di un ecosistema: link interni, contenuti correlati, struttura informativa coerente. Per questo i testi devono essere pensati in relazione tra loro. La homepage deve introdurre e anticipare le sezioni interne, ogni servizio deve avere il suo spazio, ogni pagina deve dare continuità narrativa.

I link interni non sono solo un fattore di ranking: sono il filo conduttore che tiene insieme l'esperienza di navigazione. Quando un utente finisce di leggere una pagina sui servizi di web design, dove dovrebbe andare dopo? Verso un caso studio che dimostra la qualità del lavoro? Verso una pagina di contatti per richiedere un preventivo? Verso un articolo di approfondimento tecnico?

Ogni collegamento deve avere una logica, ovvero una pertinenza e una coerenza. Dunque ogni passaggio deve accompagnare l'utente nel suo percorso di scoperta e decisione. Non si tratta di trattenere le persone il più a lungo possibile, ma di fornire loro esattamente quello che stanno cercando nel momento giusto.

Pensare un sito significa progettare un'esperienza di lettura, non solo distribuire informazioni. E i testi sono il filo che tiene insieme tutto.

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