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Wordle: un modo divertente e stimolante per migliorare il proprio vocabolario

Wordle è stato creato da Josh Wardle nel 2021 come semplice gioco di parole in inglese: ogni giorno viene scelto un termine di cinque lettere, e tutti i giocatori hanno sei tentativi per indovinarlo. A ogni tentativo, le lettere vengono evidenziate con colori (verde, giallo, grigio) per segnalare se la lettera è presente nel termine, oppure se è nella posizione corretta, o se non compare affatto nel termine misterioso.

Il meccanismo è elegante nella sua semplicità: bastano poche regole, ma la sfida sta nel prevedere il termine corretto sfruttando una combinazione di intuito, lessico, deduzione. Wordle ha avuto un boom virale, ispirando versioni in altre lingue (italiano, spagnolo, portoghese) e numerosi cloni.

Ma cosa lo rende particolarmente interessante per chi vuole migliorare il proprio vocabolario? Ci sono almeno tre motivi:

  1. Frequenza d’uso giornaliera: Wordle ti “costa” pochi minuti, ma ti spinge a ragionare su parole diverse ogni giorno.
  2. Feedback immediato: conoscere quali lettere sono corrette (verde) o presenti ma in posizioni sbagliate (giallo) ti induce a ragionare sulle strutture delle parole.
  3. Coinvolgimento ludico: il gioco, pur semplice, diventa quasi una routine mentale, qualcosa che si attende e si fa con piacere.

Wordle e apprendimento del vocabolario: cosa ci dicono le ricerche

Per sostenere l’ipotesi che Wordle possa essere utile per imparare parole nuove, vale la pena guardare alcuni studi recenti.

Studi sull’uso di Wordle come media educativo

Un lavoro intitolato The Effects of Wordle Media on Students’ Vocabulary Mastery evidenzia che l’uso di Wordle come strumento digitale in ambito scolastico può migliorare significativamente la padronanza del vocabolario rispetto a metodi tradizionali. Nell’esperimento condotto su 74 studenti, l’uso di Wordle ha portato a differenze statisticamente significative tra il gruppo sperimentale (che lo usava) e quello di controllo.

Da un altro studio intitolato Wordle: Gamification in Enhancing Students' Vocabulary, emerge che l’integrazione di Wordle in attività didattiche offre un ambiente stimolante e innovativo per acquisire vocaboli in modo indiretto.

Infine, la recente review Guess the Right Word: A Review of the Language Game Wordle analizza come il design del gioco — le sue regole, la restrizione a un puzzle giornaliero, l’interazione con il lessico — possa favorire apprendimento attivo, con suggerimenti per usare Wordle in classe (ad esempio, consolidamento lessicale e scrittura breve a partire dalle parole usate nel gioco).

Approcci generali sul “word games” e vocabolario

È utile guardare anche studi che affrontano non tanto Wordle, ma i giochi di parole in generale. Uno studio recente Effectiveness of Word Games in Teaching Students Vocabulary rileva che i giochi di parole possono promuovere la memoria, facilitare la ripetizione e il rinforzo, motivare gli studenti e aiutare nel recupero dei vocaboli in modo piacevole.

Un’altra ricerca più teorica, Digital game-based language learning for vocabulary development, individua come i giochi linguistici digitali creino esperienze di apprendimento più coinvolgenti, sviluppino la motivazione intrinseca e promuovano apprendimento contestualizzato, in cui gli studenti possono “creare” e “manipolare” parole in un contesto significativo.

Uno studio psicometrico su Wordle, Wordle – A Game-Based Assessment of Verbal Ability?, esplora come la competenza nel gioco si leghi a capacità verbo-linguistiche, fluenza verbale e ragionamento, suggerendo che le performance a Wordle riflettano abilità cognitive linguistiche latenti.

Infine, un lavoro recente su bias semantici e morfologici nel gameplay umano (su Wordle) mostra che i giocatori tendono a fare suggerimenti simili tra loro non solo per struttura grafemica, ma anche per affinità semantica o morfologica, implicando che il modo in cui pensiamo le parole entra in gioco nel processo (indipendentemente dalla strategia ottima) .

Questi studi, nel complesso, suggeriscono che Wordle (e i giochi di parole) non “fanno miracoli” da soli, ma possono essere componenti preziosi di un metodo didattico o di un’abitudine personale ben strutturata.

Come usare Wordle per arricchire davvero il proprio vocabolario

Si, Wordle può essere utile, ma occorre un approccio consapevole. Ecco come trasformare il passatempo in strumento didattico:

1. Annotare le parole sconosciute

Quando un tentativo svela lettere che non conoscevi o ti suggerisce strutture nuove, scrivile in un taccuino. Cerca il significato, la pronuncia, esempi d’uso. Dopo, cerca occasioni reali per usare quelle parole (in frasi, nelle conversazioni, nei social). In questo modo il gioco non svanisce, ma diventa materia viva.

2. Contesto e parole correlate

Supponiamo che in una partita tu indovini “CRANE” (in inglese). Potresti approfondire: “crane” come gru (macchina), “crane” come uccello, termini correlati come “cranky, cranial, crank.” Questo “allargare” l’orizzonte lessicale rende Wordle un trampolino per approfondire.

3. Usare Wordle in modalità “didattica”

Se insegni (o vuoi auto-insegnarti), puoi prevedere attività collaterali: dopo il gioco, chiediti di scrivere una frase con la parola del giorno, oppure di inventare sinonimi, contrari, derivati. Gli insegnanti possono fare esercizi collettivi partendo dalle risposte date dagli studenti fino all’individuazione del termine.

4. Alternare versioni linguistiche

Se usi Wordle in inglese (o altra lingua), puoi sperimentare versioni analoghe nella lingua che studi: ciò stimola la comparazione, mette in luce somiglianze/differenze fonetiche, morfologiche o lessicali.

5. Pensare in “pattern”

Uno dei punti forti di Wordle è che ti obbliga a pensare alle lettere come sistema: quali lettere sono frequenti? Quali combinazioni possibili in quella lingua? Comprendere certe regole ortografiche o fonetiche può migliorare drasticamente la performance e, nel contempo, la consapevolezza linguistica. Questo aspetto è ben evidenziato in articoli che discutono come Wordle “ricalchi” il metodo del word building usato in ambito scolastico per l’apprendimento della fonetica e della grafia.

Limiti, rischi e suggerimenti critici

Non voglio dipingere Wordle come un rimedio magico: ci sono aspetti da tenere presenti.

  • Effetto limitato se usato da solo: Wordle da sé difficilmente porta a un salto da 1000 parole conosciute a 5000. È uno strumento complementare, non una panacea.
  • Variazione individuale: quanto si impara dipende molto da quanto ci si impegna con l’esplorazione fuori dal gioco (annotare, cercare, contestualizzare).
  • Bias cognitivi nel gioco: come evidenzia lo studio sui bias semantici, i giocatori tendono a suggerire parole simili a quelle già usate per ragioni semantiche, anche quando non siano le mosse ottimali. Questo limita la varietà dei vocaboli esplorati.
  • Non sostituisce la lettura e l’esposizione reale: un editoriale su Should kids play Wordle? del Harvard Gazette avverte che Wordle può essere uno degli strumenti, ma non deve sostituire la lettura reale di libri, testi, e l’esposizione ampia a vocaboli nuovi.
  • Effetto cognitivo modesto: uno studio sull’effetto delle abitudini Wordle avverte che, pur stimolando la cognizione quotidiana, non è dimostrato che “renda più intelligenti” o prevenga l’invecchiamento cerebrale da solo.

Quindi, tatticamente: trattalo come un “allenamento rapido” del lessico, non come un programma accademico completo.

Un esempio pratico (inglese/italiano)

Supponiamo che giochi a Wordle in inglese e il termine del giorno sia “SLATE”. Facciamo un esempio:

  1. Primo tentativo: TRACE
    • La “T” è verde (corretta posizione)
    • La “R” è grigia (non presente)
    • La “A” è gialla (presente, ma posizione sbagliata)
    • La “C” è grigia
    • La “E” è verde
    Da qui sai che il termine contiene T, A e E, con T finale, E iniziale, e A in posizione sconosciuta.
  2. Tentativo successivo: STEAL
    • “S” grigia (non presente)
    • “T” verde
    • “E” verde
    • “A” gialla
    • “L” gialla
    Ora sai che la L è presente ma non in quarta posizione. A è non quinta, e rimane da capire la posizione di A e L.
  3. Tentativo: TABLE
    • “T” verde
    • “A” verde
    • “B” grigia
    • “L” verde
    • “E” verde

Termine trovato: TABLE.

Dopo averlo indovinato, esplori: table in inglese (tavolo, tabella, aiuto, ecc.). Potresti cercare parole correlate come tablet, tabular, tabulate. Se giochi in parallelo anche in italiano, potresti fare un Wordle italiano uscendo con “TAVOL” o simili e paragonare le strutture. Questo duplice approccio rafforza la consapevolezza linguistica a 360°.

Perché Wordle “parla” al nostro cervello

Il successo di Wordle non è solo estetico: dietro c’è una serie di fattori cognitivi che “premiano” chi gioca regolarmente.

  • Motivazione intrinseca: il fatto che ci sia un puzzle giornaliero, una sfida breve ma significativa, favorisce l’impegno quotidiano.
  • Ripetizione con variazione: ogni giorno c’è una parola nuova, ma i principi di feedback (verde/giallo/grigio) restano costanti. Ciò favorisce l’apprendimento combinato tra novità e struttura.
  • Feedback immediato: sapere subito se una lettera è nella parola o nella posizione giusta aiuta a correggere il ragionamento in corsa.
  • Sfida cognitiva leggera: non è un “enigma arduo” tipico da rompicapo, ma richiede attenzione, deduzione e flessibilità mentale — ideale come esercizio mentale breve.
  • Impatto sul network semantico: come mostrato nello studio sui bias semantici, il modo in cui scegliamo ipotesi è influenzato da connessioni lessicali implicite: usiamo non solo “lettere” ma “significati”.

In sintesi, Wordle è, per definizione, apprendimento implicito mascherato da gioco: un po’ come quando impari una parola nuova senza accorgertene, dentro una conversazione.

Pareri e riflessioni personali

Da giornalista e appassionato di lingue, vedo Wordle come una porta d’ingresso: non l’aula, non il vocabolario enciclopedico, ma un’esperienza che può stimolare curiosità. Ha pro e contro:

Vantaggi

  • Fa “smuovere” il cervello: inizi la giornata con una micro-sfida linguistica.
  • È uno stimolo leggero e ben calibrato: può diventare un’abitudine piacevole.
  • Aiuta a riflettere su struttura, fonetica, frequenza di lettere e co-occorrenza lessicale.
  • Favorisce l’approfondimento se accompagnato da annotazioni, ricerche, attività di testo.

Limiti (da non sottovalutare)

  • Non sostituisce la lettura profonda né lo studio mirato.
  • Se usato “alla buona”, rischia di restare un passatempo sterile.
  • Potenzialmente crea un effetto di “comfort zone”: potresti tendere a parole che già conosci, evitando di osare.

In termini di impatto culturale, credo che Wordle abbia reso visibile un bisogno latente: il desiderio di linguaggio come gioco, non solo come esercizio scolastico. Ha mostrato che anche una parola di cinque lettere può diventare terreno di conversazione, socialità, esplorazione linguistica. Personalmente, lo uso come riscaldamento mentale: dopo Wordle, sono più consapevole di lettere e parole che incontro nei testi della giornata.

Se dovessi dare un consiglio finale: gioca, annota, ma scrivi. Trasforma il gioco in laboratorio personale del linguaggio.

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