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Quali sono le differenze tra ditta individuale e libero professionista

Per avviare un’attività in totale autonomia ci sono alcuni passi che devono essere obbligatoriamente compiuti: il primo in assoluto è la scelta di quale forma giuridica assegnare al proprio business. Questa decisione rappresenta un po’ uno spartiacque ed è in grado di determinare il successo e lo sviluppo futuro della propria attività. Cerchiamo di capire quali sono le forme giuridiche più ricorrenti e maggiormente adottate da chi si trova ad avviare un business.

Il riferimento è in particolare alla ditta individuale, nel contesto della quale il titolare o l’imprenditore è una persona singola (e non serve che versi, all’atto costitutivo dell’impresa stessa, un certo capitale). Quella della ditta individuale - seppur estremamente semplice - non è però l’unica possibilità nel mondo del lavoro autonomo, infatti molto spesso le persone scelgono di lavorare come liberi professionisti con partita IVA, iscritti a gestione separata oppure a una specifica cassa. Vediamo allora quali sono le differenze tra ditta individuale e lavoro da libero professionista, così da comprenderne i relativi profili di convenienza. 

Come si avvia una ditta individuale

Per creare una ditta individuale è necessario intraprendere un percorso piuttosto semplice e veloce, infatti non sono necessari particolari oneri di tipo contabile o amministrativo e inoltre ci sono bassi costi per la gestione. Chiaramente per monitorare i flussi di denaro, attività che può essere definita il cuore pulsante di qualsiasi realtà imprenditoriale e specie in avvio, sarà necessario attivare un conto corrente impresa individuale così da avere sempre ogni aspetto finanziario sotto controllo (anche da remoto). Si eviteranno in questo modo le file in banca, inoltre si potranno effettuare i vari pagamenti in modo veloce semplificando la quotidiana gestione di entrate/uscite.

E’ bene comunque affidarsi a realtà leader nel settore, così da poter sempre ricorrere a strumenti e servizi pensati ad hoc, come Qonto. Questo istituto di pagamento francese ha come mission proprio il supporto di PMI, start up e professionisti. Ci sono molti vantaggi connessi all’attivazione di una ditta individuale ma anche importanti rischi: l’imprenditore infatti si troverà a rispondere in via personale dell’intera gestione aziendale. L’assenza di una separazione tra le risorse personali e il capitale della ditta può rappresentare una difficoltà. 

Lavorare come libero professionista

Come accennato, nell’ambito del lavoro autonomo c’è un’altra formula oltre a quella della ditta individuale molto diffusa. Sempre più spesso si sceglie infatti di avviare un’attività come liberi professionisti, ovvero coloro che svolgono per terzi un’attività economica realizzata con lavoro autonomo di tipo intellettuale. In tale categoria rientrano, per esempio, gli ingegneri e i notai ma anche i designer e gli architetti o gli avvocati.

Quei lavoratori autonomi che invece svolgono attività di tipo professionale in modo artigianale o manuale sono più inclini a optare per l’apertura di una ditta individuale (parrucchieri, pasticceri, commercianti e così via). Un libero professionista che voglia avviare un’attività lavorativa dovrà aprire partita IVA e poi consegnare all’Agenzia delle Entrate il modello AA9. Per le ditte individuali, oltre alla partita IVA, è prevista pure l’apertura della posizione assicurativa all’INAIL, l’iscrizione al Registro delle imprese e quella all’INPS (se ci sono dipendenti). Anche nel caso del libero professionista l’attivazione di un conto ad hoc per monitorare i flussi di denaro sarà molto utile.

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