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Normativa Atex e cariche elettrostatiche: soluzioni e direttive

La Normativa Atex riguarda tutti gli stabilimenti in Europa che utilizzano sostanze o materiali infiammabili ed esplosivi. Atex, non a caso, è l’acronimo di Atmosphere Explosive, ovvero di “Atmosfera Esplosiva”. Gli stabilimenti soggetti a questa normativa sono davvero tantissimi se consideriamo che polveri, liquidi e tantissimi materiali sono soggetti a questo grave rischio.

Parliamo di un testo di legge molto approfondito, volto a eliminare i rischi per le persone che lavorano in ambienti pericolosi. A tale proposito, oggi, vorremmo riprendere gli aspetti principali di questa normativa ed esaminarli rispetto alla problematica delle cariche elettrostatiche che, nei casi più gravi, possono causare incendi ed esplosioni.

Qualche cenno sulla normativa ATEX

La normativa Atex è riferita alla direttiva 2014/34/UE. In Italia è entrata in vigore nel 2016, con il Decreto Legislativo 85 recante la disciplina per l’uso di apparecchi utilizzati in atmosfere esplosive. La normativa stabilisce sia i requisiti da rispettare in azienda per preservare l’incolumità dei lavoratori che le responsabilità e le certificazioni dei prodotti trattati.

Si tratta di un impianto complesso, che dirime anche i criteri di scelta delle materie da trattare in base al luogo geografico o alla zona di collocazione dell’impianto industriale o produttivo. Nel nostro Paese tale norma si incontra con tutte quelle inerenti la sicurezza negli ambienti di lavoro e, quindi, prevede una serie di obblighi ed oneri in capo alle varie figure che, in azienda, si occupano di preservare la salute e l’incolumità dei lavoratori.

Esplosioni ed incendi: i rischi derivanti dalle cariche elettrostatiche

Un’esplosione può essere causata anche da una polvere sottile sollevata in aria che, entrando a contatto con una superfice ad alta temperatura, innescherà la scintilla, ovvero l’innesco. È chiaro che tutti i macchinari produttivi o industriali sono sempre progettati per prevenire qualsiasi sorgente di innesco ma è vero anche che, molto spesso, le situazioni più gravi scaturiscono da una serie di concause o di errori reputati insignificanti.

Ci riferiamo al caso delle cariche elettrostatiche, un fenomeno comunissimo e generalmente innocuo ma che può causare danni enormi negli ambienti industriali e produttivi. Gli accumuli di cariche elettrostatiche sono inevitabili perché si verificano ogni volta che un macchinario che si muove rapidamente entra in contatto con materie prime a carica neutra, proprio come i film da imballaggio.

In questi casi lo sfregamento dà vita a cariche elettrostatiche non visibili ad occhio nudo ma che sono responsabili di numerose conseguenze, alcune delle quali davvero molto gravi. Per esempio sono in grado di attirare polveri sottili le quali, entrando in contatto con quadri elettrici, componenti di macchinari surriscaldati o altri materiali infiammabili, possono innescare pericolosissimi incendi ed esplosioni.

Quali soluzioni valutare?

In questo caso conviene consultare un’azienda specializzata e prenotare un sopralluogo. Questo servirà ad individuare tutte le fonti di pericolo, nonché i luoghi fisici in cui si verificano gli accumuli di cariche elettrostatiche per porvi rimedio. Tra le soluzioni più gettonate, per la loro versatilità e praticità, ci sono le barre antistatiche. Queste sono in grado di ionizzare l’aria e scaricare gli accumuli a terra, azzerando i rischi di esplosioni ed incendi e, quindi, rendendo sicuro il luogo di lavoro come previsto dalla legge.

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